“Abbiamo sempre detto che quando si guarda il tempo non è come il clima. Questo è ancora vero a livello locale, se ti trovi in un posto in particolare e conosci il tempo solo adesso, proprio qui, non c’è molto da dire. Tuttavia, su scala globale, questo non è più vero. La temperatura media globale in un solo giorno è già abbastanza spostata. Si può vedere questa impronta umana in ogni singolo momento“. Reto Knutti, coautore di studio del Politecnico di Zurigo
La maggior parte delle persone tende spesso a minimizzare – se non addirittura ad escludere – il cambiamento climatico attraverso un’argomentazione paradossale ma decisamente comune: perchè parlare di “cambiamento climatico” quando ha nevicato tutta la settimana scorsa?
“E’ un mese che piove tutto il giorno, dov’è il riscaldamento globale?”
Tutte queste affermazioni potevano essere superate andando semplicemente a leggere la differenza tra Clima e Tempo
Sin da quando eravamo sui banchi di scuola il “tempo” è sempre stato considerato come la successione dei fenomeni metereologici “oggi”, in un tempo cioè estremamente limitato…mentre il Clima rappresenta l’insieme delle condizioni atmosferiche che caratterizzano una certa zona o anche una zona molto estesa per un tempo medio che varia da un minimo di trent’anni a diversi milioni di anni.
Infatti il Clima non si può mai ricostruire partendo da un unico episodio e di un unico periodo: bisogna prolungare il tempo di osservazione e direi anche la modalità.
Per questo motivo, almeno fino ad oggi, non aveva alcun senso utilizzare esempi di fenomeni momentanei per valutare il Clima, ma un recente studio (a (Climate change now detectable from any single day of weather at global scale) potrebbe mettere in discussione anche questa considerazione.
Bè, più che mettere in discussione direi che potrebbe potenziare la gravità del momento che stiamo vivendo e che vivremo in futuro.
Ma com’è possibile capire che tempo faceva centinaia, migliaia o anche milioni di anni fa?
Esistono a questo scopo le cosiddette indagini paleoclimatologiche, quelle indagini cioè che partono dai dati beta, i dati vicarianti che derivano dai processi naturali che mantengono la memoria del clima e ci permettono di andare a ritroso del tempo anche di milioni di anni!
La differente distribuzione del berillio, i termetri isotopici, i pollini fossili, gli anelli degli alberi, i licheni, i ghiacciai…tutte informazioni che ci danno la possiblità di ricostruire il clima con una sicurezza davvero importante.
La certezza che il clima sta cambiando ormai è assodato dalla ricerca climatologica e da tutti gli scienziati del sistema Terra.
Non ci sono dubbi a riguardo e la comunità scientifica è pressochè unanime.
Ecco un bel video per comprendere meglio la differenza tra i due concetti.
Per generazioni, gli scienziati del clima ci hanno spiegato che “il tempo non è clima” e, come abbiamo appena detto, il cambiamento climatico è sempre stato inquadrato come il cambiamento nella distribuzione del tempo che lentamente emerge da una grande variabilità nel corso dei decenni
Questo studio però ora ipotizza che anche sulla base di un singolo giorno di temperatura e umidità osservate a livello globale, si può vedere l’impronta del cambiamento climatico causato dall’esterno e conferma, in questo senso, che la Terra nel suo complesso si sta riscaldando.
In pratica, rileva l’impronta del cambiamento climatico da ogni singolo giorno nel record globale osservato dall’inizio del 2012 e dal 1999 sulla base di un anno di dati ed individua che il rilevamento è importante anche quando si ignora la tendenza a lungo termine del riscaldamento globale.
Ciò integra il tradizionale rilevamento del cambiamento climatico, ma apre anche prospettive più ampie per la comunicazione degli eventi atmosferici regionali, modificando la narrazione del cambiamento climatico: mentre i cambiamenti climatici a livello locale stanno emergendo nel corso di decenni, il cambiamento climatico globale viene ora rilevato istantaneamente.
Soprattutto quando il fenomeno ha a che fare con il calore